Storia
Storia di Cafasse
Le origini di Cafasse risalgono al Medioevo, infatti i primi insediamenti cafassesi erano costituiti da piccoli nuclei rurali e cascine sorti su terreni lasciati liberi dalle acque nell’alveo dello Stura, ed anche l’etimologia del nome, che trae origine dal termine latino “Cafaxie” (case sparse o a fasci), illustra quali furono le prime origini del paese.
Già agli inizi del ‘600 i territori erano sottoposti al dominio di Mathi e Balangero e pertanto ne seguirono le vicende storiche; su parte del territorio ebbero giurisdizione anche i signori di Baratonia e di Lanzo.
A Mathi già prima dell’anno 1000 esisteva un convento di monaci Benedettini, detti monaci erano giunti a Mathi dall’Abbazia della Novalesa a seguito delle scorrerie dei Saraceni.
Il convento dei Benedettini di Mathi dipendeva dall’Abbazia di San Giusto di Susa, il territorio di Mathi e quindi anche parte del territorio cafassese era sottoposto alla tutela dei monaci, la tutela da parte dei monaci si protrasse fino al 1300 quando Mathi diventò Comune autonomo, e divenne alleato degli Acaja.
Fin dal 1660 gli abitanti delle “Cascine delle Cafasse” avanzarono istanza per ottenere l’autonomia da Balangero e Mathi, ma sempre vi furono difficoltà da parte di questi Comuni, e soltanto nel 1767 gli abitanti riuscirono ad ottenere dal Re di Sardegna Carlo Emanuele le Regie Patenti per l’erezione in Comunità del Cantone di Cafasse.
La storia successiva di Cafasse è uguale a quella di tanti borghi rurali e non presenta avvenimenti particolari, data la particolare ubicazione, uno dei maggiori problemi di Cafasse erano le piene dello Stura e pertanto molte volte le zone più basse del paese subirono allagamenti. Il problema venne in parte risolto con la costruzione degli argini, rimase però il rischio di allagamento a causa dei numerosi canali e bealere che attraversano il paese. La parrocchia di Cafasse, dedicata a San Grato Vescovo, venne istituita nel 1768, unitamente al Comune. Il vecchio edificio parrocchiale, più volte rimaneggiato ed ampliato, è originario dell’inizio del ‘700 (probabilmente una cappella esisteva già anche in periodi precedenti) così pure il campanile. Negli anni ’60 del secolo scorso, dato che la vecchia chiesa era insufficiente alle necessità del paese si iniziò la costruzione di una nuova chiesa di fianco a quella esistente, l’edificio venne consacrato il primo maggio del 1970 ed intitolato a San Giuseppe Lavoratore. Esiste inoltre in Borgata Paschero una cappella dedicata a Sant’Antonio Abate, databile all’inizio del 700 e restaurata completamente negli anni settanta. A sud del paese, già in territorio del Comune di Fiano nella borgata di San Firmino, esiste una cappella databile ai primi anni dell’ottocento, dedicata appunto a San Firmino. Gli abitanti delle borgate sud di Cafasse hanno sempre dimostrato molta devozione per questo Santo che considerano un po’ il loro patrono.
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 sorsero in Cafasse alcune industrie tessili e cartarie, industrie che avrebbero cambiato radicalmente l’economia di Cafasse, trasformandolo da paese agricolo in paese industriale.
La Cartiera De Medici e la Magnoni & Tedeschi per molti anni furono le uniche grandi industrie locali ed i numerosi operai che vi lavoravano provenivano da tutti i paesi vicini, sorsero poi successivamente altre piccole industrie tessili e numerose attività artigianali (officine meccaniche, falegnamerie, ecc.).
Monasterolo
A differenza di Cafasse, Monasterolo Torinese vanta origini storiche più antiche, figura infatti tra i possedimenti dell’Abbazia di San Solutore di Torino già all’inizio del 1100.
Sempre all’appartenenza ai monaci e quale sede di piccolo monastero deve l’origine del suo nome.
Successivamente passò nei feudi dei signori di Baratonia e ne seguì le vicende storiche.
Nel 1359 i Monasterolesi riuscirono ad ottenere dal Visconte di Baratonia importanti concessioni sulle proprietà dei terreni e sul loro utilizzo, il che rese il popolo monasterolese più autonomo rispetto alle popolazioni vicine.
Ai visconti di Baratonia, il cui ramo si estinse, successero gli Arcori o Arcour o Harcourt di Altessano, che acquistarono Baratonia ed i territori sui quali essa esercitava ancora diritti tra i quali risulta Monasterolo.
Monasterolo venne costituito Comune autonomo nel 1560, separando il proprio territorio da quello di Vallo, rimanendo però alle dipendenze dei conti Arcori, feudatari di Fiano.
La parrocchia di Monasterolo venne istituita nel 1682 ed era dedicata a S. Maria.
Successivamente venne costruita agli inizi del 700 l’attuale chiesa parrocchiale dedicata all’Assunzione di Maria Vergine. Venne eretta quale santuario a ricordo di una miracolosa apparizione della Vergine e, dopo vari ampliamenti e restauri assunse l’attuale aspetto definitivo nel 1941 quando venne completata la facciata della chiesa.
Sulla piazza omonima esiste una cappella dedicata a San Rocco, della seconda metà del 600, recentemente restaurata ed impreziosita dalla realizzazione di una Pala di Altare rappresentante la Pentecoste realizzata dal noto artista locale Dovilio Brero agli inizi degli anni 90.
La torre campanaria del primo 700 è invece ubicata al centro del paese e staccata dalla parrocchiale.
Monasterolo Torinese rimase Comune autonomo fino al 1928 quando le leggi fasciste ridussero autoritariamente in modo drastico il numero dei Comuni, venne aggregato a Cafasse del quale ancora fa parte. I Monasterolesi nel dopoguerra ottennero la prerogativa di nominare separatamente i propri rappresentanti in Consiglio Comunale; tale situazione è rimasta inalterata sino alle ultime modifiche alle legislazioni elettorali che non permettono più lo svolgimento in modo separato dell’elezione dei rappresentati nel Consiglio.
La storia recente è quella di tutti i paesi delle Valli di Lanzo; Cafasse e Monasterolo Torinese subirono le stesse traversie che travagliarono i decenni della prima metà del nostro secolo.
Le crisi industriali che travolsero i settori tessili e cartari, agli inizi degli anni “70, crearono gravi problemi alle industrie Cafassesi e sia la Cartiera che la Magnoni e Tedeschi cessarono la loro attività, le industrie Cafassesi vennero sostituite da industrie meccaniche (Acciaierie Riunite di Cafasse di Mandelli e le ditte facenti capo al gruppo Bertoldo) e da artigiani, ma l’occupazione è scesa notevolmente e soprattutto si è persa la maggior parte dell’occupazione femminile.
Nel territorio del comune esistono alcuni monumenti, i monumenti ai caduti ed agli alpini a Cafasse e Monasterolo, il monumento ai Donatori Avis, Aido e Admo a Cafasse, il monumento a ricordo del Comm. Carlo Magnoni sulla piazza omonima, quello a ricordo del Cav. Lorenzo Cubito sulla piazza a lui dedicata e quello a ricordo di Don Bolatto, parroco di Cafasse per oltre trent’anni, di fronte alla Chiesa; una piazzetta è stata anche dedicata ai Caduti nei Lager.
Numerose lapidi dislocate sul territorio ricordano i partigiani caduti durante la resistenza, ai Caduti sono inoltre dedicati un Parco della Rimembranza sia a Cafasse che a Monasterolo.
Sul versante di Monte Corno, sulla costa detta della Croce, ad una altitudine di circa 900 m esiste una Croce in granito posta a ricordo delle persone perite in un incidente aereo nell’anno 1936, tra questi vi era l’allora vice podestà di Torino Marchese Pensa.
Sempre sul versante della montagna vi è la Baita Alpina, restaurata dagli Alpini di Cafasse, e la Cà Bianca costruzione restaurata dal Comitato Amici di Cà Bianca e destinata al tempo libero ed alle scampagnate, arricchita dalla costruzione di un pilone votivo dedicato alla Madonna.
Ringraziamenti
Si ringrazia per la gentile collaborazione alla stesura del testo il sig. Daniele Michelotti.